@Eleonora: Salve Eleonora, si è proprio così. Il ministero ha deciso di salvarci dall’assunzione eccessiva di Alluminio, almeno viene giustificato in tale senso. Quindi non è più permesso consigliare l’argilla per uso interno.
Tutto ciò dopo secoli di utilizzo popolare su tutto il globo, e nonostante moltissimi animali (finalmente un esperimento dove le “bestie” sono i protagonisti) la cercano istintivamente quando hanno vari disagi di salute, sia per uso interno (per esempio dopo intossicazioni) che esterno (ferite). Ma ora viviamo nei tempi moderni… e le visioni sono moderne.
Approfitto comunque per ampliare un po’ le informazioni: l’argilla non è ovviamente uguale dappertutto; in linea di massima è composta da silicati di alluminio, quindi l’alluminio non è libero ma “sposato” con altri elementi, soprattutto il silicio, che lo rende innocuo. Differente sarebbe se si assumesse insieme con liquidi piuttosto acidi (pH minore di 5); in quel caso l’alluminio si “libera” pian piano e nel tempo (sotto forma di ioni di Alluminio) e reagisce con altri elementi più o meno felici.
Succede per esempio nei terreni agricoli molto acidi (piogge acide) che l’alluminio naturalmente contenuto nelle piante si liberi e danneggi le radici più fini delle coltivazioni. Abbiamo letto o saputo tutti del fatto che il sugo di pomodoro non va lasciato nella padella di alluminio, e ricordiamo anche la discussione sul caffè (ph 5 circa) e del tipo di caffettiera da usare: personalmente preferisco usare la caffettiera in acciaio. Ma pensiamo anche all’ aceto (ph 2,5), la cocacola (ph2-3)… l’aceto nell’alluminio non l’ho mai visto, la coca cola ovviamente sì :-(
Da sempre si sconsiglia l’argilla alle persone che assumono farmaci importanti perché tende a neutralizzare non solo tossine e batteri ma anche i farmaci. Sarebbe interessante sapere quanti bambini sono nati perché l’argilla ha neutralizzato la pillola :-). Scusate la battuta!
Non si comprende comunque perché tale divieto non avviene pure per le padelle in alluminio, le lattine delle bibite acide, certi lieviti chimici (solfato e fosfato di alluminio), antiagglomeranti nelle farine industriali, certi formaggi fusi, certi chewing-gum, e infine per molti farmaci.
L’argilla della mia infanzia è la Luvos, che è collegata con la bellissima e avventurosa storia di Adolf Just. Gravemente malato, da giovane scopre la terapia di Kneipp, studia e applica cure naturali fra cui l’argilla (il suo cavallo di battaglia), fonda un luogo di cura, passa dei contrasti con il mondo medico; ma vanta pure di aver curato Franz Kafka. Questo lo racconto solo perché è successo vicinissimo a casa mia in Germania, nello Harz; una antichissima montagna ricca di storie umane e di… streghe. Viva la memoria emozionale :-)
Vabbè, mi fermo con le divagazioni. Ora l’argilla non si assume più d’ufficio; preferiamo allora la zuppa di carota e il riso in bianco. In genere mi piacerebbe comunque che si facesse delle belle ricerche approfondite sul COME piuttosto di proporre soltanto dei SI o dei NO sulle varie questioni; che siano cibi, rimedi naturali o farmaci.